Dal punto di vista del recruiter
Eterna è la discussione che lega chi si candida per una posizione lavorativa e chi, dall’altra parte, si trova a dover gestire il processo di selezione, ossia il recruiter o selezionatore. Il nodo cruciale si ha già in partenza, ossia che dal momento in cui il selezionatore si trova decine e decine di candidature, pochi prenderanno parte al processo selettivo che parte da un colloquio conoscitivo.
Il primo punto di discussione è il seguente: chi non rientra nel processo di selezione deve essere avvertito? Volendo dare voce ai candidati, quest’ultimi auspicherebbero ad una mail che spiegasse almeno i motivi del mancato colloquio. Ma anche il recruiter ha le sue buone ragioni: rispondere singolarmente a tutti i candidati, seppur con una mail, è quasi impensabile a fronte del numero elevato di cv ricevuti. Inoltre, volendo spezzare una lancia a loro favore c’è da dire che avere a che fare con un notevole numero di cv da analizzare nell’arco della giornata rende impossibile rispondere a tutti. In più i recruiter si indispettiscono quando spesso si trovano a leggere cv per niente corrispondenti con il profilo ricercato. Il consiglio, quindi, è di inviare candidature spontanee non rifacendosi, soprattutto se si è consapevoli di non essere in linea con il profilo richiesto. Meglio inviare il cv accompagnato da una lettera di presentazione in cui si dimostra interesse per l’azienda e ci si candida per future possibili posizioni.
Oltre a questo primo e fondamentale punto, guardiamo oltre cercaando di dare una prospettiva più ampia su come lavora un selezionatore. Conoscere le tecniche e le logiche di selezione possono aiutarci a superare meglio il colloquio di lavoro.
Il selezionatore, prima di ogni colloquio, si prepara una serie di domande rispettando la tipologie e sequenza del cv presentato e, in più, effettua domande uguali per tutti candidati: è consigliabile dare delle risposte brevi e precise concentrandosi sull’argomento. Esempio sono i test psicologici e di personalità, preparati da uno psicologo, che hanno lo scopo di dare una visione più o meno oggettiva sugli aspetti caratteriali del candidato.
Oppure, il selezionatore può optare per un colloquio dalla struttura più libera seguendo l’impulso del momento. In questo caso verrà valutata la capacità di improvvisare, di dirigere il colloquio nella direzione più congeniale e attinente ai propri interessi. Ovviamente, questo tipo di colloquio rende il clima più amichevole e favorevole in quanto mette a proprio agio ma non abbassare mai la guardia: sentendosi più liberi di esprimersi ci si dimentica di farlo in modo corretto e coerente con la posizione per la quale ci si è candidati.
Un nuovo metodo per selezionare: le tecniche e le metodologie, nel corso degli ultimi anni, sono cambiate. C’è stata un’evoluzione dei metodi precedenti: attualmente costante è l’utilizzo di Facebook, Twitter e LinkedIn per conoscere il reale profilo del candidato. Da recenti ricerche, alta è la percentuale di aziende che ricorrono ai Social Network per effettuare la selezione. Tra tutti spicca Facebook con mezzo attraverso il quale poter raccogliere quante più informazioni possibili sui futuri potenziali dipendenti. L’utilizzo dei Social Network è relativo al reperimento di informazioni sulla personalità, vizi e virtù. Vengono considerati negativamente l’utilizzo di droghe, alcool, errori grammaticali. Positivamente vengono valutati eventuali attività di volontariato, beneficenza, iscrizioni ad organizzazioni professionali, l’impegno del candidato nel sociale o associazioni no profit, o ancora la neutralità su questioni religiose o politiche. Di sicuro i Social Network non sono esaustivi, sono da considerarsi la base di partenza a cui si aggiungono gli altri vari mezzi che sono a disposizione del selezionatore
Quindi meglio non trascurare l’importanza di tutti questi aspetti; è consigliabile fare un uso responsabile dei propri profili virtuali, tag, riferimenti, link e condivisioni indebite o poco edificanti che potrebbero riservare brutte sorprese anche in ambito lavorativo.