Un miliardo di euro per digitalizzare la scuola italiana
Il governo italiano ha presentato un piano da un miliardo di euro per ammodernare le nostre scuole, con l’obiettivo di renderle più digitali, di formare gli insegnanti e di introdurre la programmazione nelle classi. Ci si pone obiettivi da raggiungere entro il 2020.Le risorse, spiega il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, sono arrivate grazie alla riforma nota come “La Buona Scuola”, e in parte grazie ad altri fondi. Saranno spese per collegare gli istituti con connessioni a fibra ottica o comunque molto veloci, realizzare impianti di rete interni agli edifici, nominare e formare un “responsabile per il digitale” in ogni istituto. Del miliardo di euro disponibile, in particolare, 600 milioni saranno per le infrastrutture, e 400 milioni per le nuove competenze, la formazione del personale, il monitoraggio e le misure di accompagnamento.
Parte di quel denaro servirà poi a istituire i laboratori per gli alunni, mirati a sviluppare competenze minime di programmazione che, si ritiene, saranno indispensabili in qualsiasi percorso professionale. Sarà necessario anche sviluppare un quadro comune per impostare i programmi, sulla falsa riga di quello usato per la didattica delle lingue.
La cifra in questione, un miliardo di euro, è molto alta. Ma sono altrettanto notevoli le azioni da mettere in pratica. Di 326.000 aule, circa il 60% non ha ancora una LIM. di 33.000 edifici, pochi hanno una connessione adeguata. Di 65.650 laboratori, quasi tutti hanno bisogno di un’intervento più o meno imponente. E poi vanno messe in conto decine di migliaia di ore-lavoro per la formazione, a cui andranno 140 milioni in cinque anni. Per l’assistenza tecnica, il Ministero stima che basteranno 5,7 milioni di euro.
Gli obiettivi sono condivisibili, naturalmente, in particolare la formazione degli insegnanti – da molti indicata come una delle lacune più gravi. Ma non basterà il denaro, né “un responsabile digitale”, né un’oretta di programmazione ogni tanto.
La programmazione deve diventare parte del programma scolastico, inserirsi nell’orario, nelle esercitazioni pratiche e nella valutazione. Va presa sul serio, così come la formazione degli insegnanti – che dovrebbe essere obbligatoria e gratuita. E già che ci siamo, non sarebbe male se diventasse obbligatorio l’uso delle risorse digitali, almeno parziale.
Possiamo farlo, se davvero vogliamo migliorare la formazione dei nostri alunni. Ma se vogliamo riuscirci entro il 2020, sarà meglio rimboccarsi le maniche: il lavoro da fare è tantissimo e il tempo invece molto poco.