Una buona dose motivazionale per una soddisfacente attività lavorativa
Vi siete mai chiesti perché lavoriamo? Cos’è che ci spinge ad alzarci dal letto tutte le mattine, a lottare con il traffico dell’ora di punta, quando sarebbe molto più comodo trascorrere la giornata facendo quello che ci piace?
Partendo dalla premessa che non tutti lavoriamo allo stesso modo ne abbiamo la medesima concezione lavorativa, possiamo evidenziare due tipologie di lavoratori:
- da un lato, ci sono i “passivi“, individui che svolgono il proprio operato con superficialità e con il minimo sforzo: arrivano tardi in ufficio, non rispettano le scadenze o quando portano a termine un incarico lo fanno senza curarsi della propria performance; sono sempre i primi ad uscire dall’ufficio;
- dall’altro ci sono gli “ambiziosi“, quelli che si applicano in qualsiasi progetto cercando di ottenere sempre il massimo del risultato: sono precisi e puntuali; il più delle volte si trattengono in ufficio oltre l’orario di lavoro e accolgono con il sorriso i nuovi incarichi senza lamentarsi.
Ma cos’è che differenzia queste due tipologie di lavoratori? La motivazione ovvero l’insieme di quei fattori che spingono un individuo ad agire per il raggiungimento di specifici obiettivi. La motivazione è quella spinta che ci consente di svegliarci la mattina con il sorriso, felice di iniziare una nuova giornata lavorativa; ci alleggerisce il peso della stanchezza e ci mantiene in constante allenamento psico-fisico.
Quindi, perché lavoriamo? La risposta più diretta e immediata è “lavoriamo per campare”. Sarà pur vero che lavoriamo per mangiare, per comprarci abiti, per pagare l’affitto di casa o il mutuo, per pagare le tasse, per viaggiare e chi più ne ha più ne metta; ma, la sopravvivenza è solo una delle ragioni per cui facciamo tanta fatica.
In realtà, lavoriamo per soddisfare diversi bisogni, non solo materiali, ma anche psicologici ed emotivi e più esigenze riusciamo a soddisfare con il nostro lavoro, più siamo motivati a svolgerlo con impegno.
Il lavoro, accompagnato da un contesto di continua dinamicità mentale e positività, non verrà più concepito come fonte di guadagno ma corrisponderà ad un bisogno di autorealizzazione, fonte di crescita professionale e personale.
La motivazione è strettamente legata alla passione, intesa come un forte coinvolgimento e desiderio per una determinata attività: l’uomo da sempre si muove per raggiungere gli obiettivi che più gli stanno a cuore.
D’altronde, come affermava Locke nel 1967, la soddisfazione lavorativa è un sentimento di piacevolezza derivante dalla percezione che l’attività professionale svolta consente di soddisfare importanti valori personali connessi al lavoro. Ogni tipo di lavoro brutto o bello che sia, dipende dal nostro modo di rapportarci e da che cosa ricerchiamo in quel tipo di professione. Non dobbiamo mai stancarci di ricercare e costruirci un’attività lavorativa stimolante e che ci consenta di esprimere al meglio le nostre potenzialità e i nostri talenti.